Non è
propriamente il capolavoro di Clint Eastwood, quell'"Assassinio
sull'Eiger" che ha fatto sudare le mani a più di una
generazione vedendo i protagonisti penzolare sulle pendici della
montagna più tosta delle Alpi Svizzere, comunque anche la 14°
edizione dell'Alpi Orientali Historic di colpi di scena ne ha
visti passare lungo le prove di questa sempre affascinante
gara.
Il primo lo regala il favorito Totò Riolo fermatosi per la
rottura di un mozzo della ruota posteriore destra, al quinto
tornante della prima prova speciale escludendosi automaticamente
dalla lotta per la vittoria anche se ha partecipato, dopo la
riparazione della vettura nella notte, alla seconda tappa partendo
dall'ultima posizione e conquistando quattro punti in ottica
Europea.
Molti sono usciti, o per guasti meccanici oltre al citato Riolo
tra i favoriti vanno ricordati Graziano Muccioli e Luisa Zumelli
che hanno rotto il cambio proprio mentre erano in rimonta e
occupavano la seconda piazza quasi al termine della penultima
speciale, o per uscite di strada: la più impressionante delle
quali è stata certamente quella di Furlan con l'Opel Ascona, avvenuta
a poche centinaia di metri dalla fine della terza speciale del
primo giorno. Ospedale per l'equipaggio e poi, fortunatamente a
casa, senza danni gravi alle persone.
La vittoria finale sembrava alla portata di Rossi-Beltrame sulla
Porsche RSR quando, nell'ultima speciale, ormai in rimonta a soli
18"da Enrico Brazzoli e Paola Valmassoi, in netta difficoltà
viaggiando lui solamente in seconda marcia, hanno rinunciato
definitivamente al possibile gradino più alto del podio, andando
a picchiare violentemente contro le rocce nel tratto finale in
discesa.
Belle le prestazioni di Capsoni - Ferraris che, con l'Alpine
Renault, si aggiudicavano il 1° Raggruppamento, Romano - Revelant
conquistavano la vittoria nel 2° Raggruppamento con la Porsche
911 Carrera e infine il 3° Raggruppamento va ad appannaggio di
Brazzoli - Valmassoi con la Porsche 3.0 RSR.
Note di merito vanno riservate anche al fenomenale Mario Gravero,
che porta al 13° posto assoluto e primo tra le piccole Milletrè
la Fiat 127. A Domenicali e Oberti che tengono dietro le Ford
degli spagnoli Font-Ferrant e di Sainz (...il fratello).
Un ennesimo plauso, infine all'organizzazione, sempre attenta e
abile a gestire la spesso scomoda convivenza con le moderne. Lo
scarno resoconto (non vogliatemene male) termina qui, perché nei
giorni seguenti la gara ho ricevuto una bella mail da un amico che
ha partecipato alla gara a bordo di una Lotus. Mi ha raccontato
com'è andata nella lunga mail che ho deciso di pubblicare.
Perché condivido l'approccio di Alessandro alla corsa, perché GD
vuole dire, oggi come ieri, Gentlemen Drivers!
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Il numero tre all'Elba si riempie di
significati più che altrove: tre come i giorni di gara in
programma quest'anno, tre come la somma delle cifre che compongono
il numero dei verificati (102!!!), dell'edizione della gara (21) e
tre come il 3° Raggruppamento, che anche quest'anno ha avuto il
suo vincitore non sul traguardo ma dopo le verifiche post
gara...ma, soprattutto, il 3 era anche il numero che capeggiava
sulla fiancata della Porsche 911 dei vincitori: Totò Riolo e
Carlo Canova.
Dopo giorni da tregenda con l'acqua che non solo circondava l'isola
ma cercava di sommergerla, il giorno delle verifiche e della prima
tappa serale il sole è tornato a splendere sulla ventunesima
edizione dei Rally Elba Storico. Alle verifiche dei 105 iscritti
solo tre non si presentano, e il ragguardevole numero di 102
partecipati la dice lunga sul buon lavoro svolto
dall'organizzazione. Un'organizzazione che ha voluto superare se
stessa, aggiungendo, tanto per incominciare, le prove in notturna
di giovedì sera, cercando di rinnovare e innovare una gara che
giocoforza deve disputarsi sulle strade di sempre. La suggestiva
notte di Marina di Campo saluta dunque Jensen - Pedersen, i primi
a lasciare la pedana alle 22 in punto, e già quasi di ritorno
quando la Fiat 850 col numero 128 inizia la sua avventura lungo le due prove
che fanno da succulento antipasto alla gara. Poco più di 16 km
dì speciali, divise in due tratti dalla lunghezza e
caratteristiche profondamente differenti tra loro che premiano, al
riordino che dura una notte, la Porsche di Riolo-Canova, seguiti
dal positivo Salvini e da Stefanacci, vittima di una divagazione
che "segna" la sua 911. La prima tappa prosegue dunque
la mattina di venerdì', con il primo giro sulle classiche elbane:
"Monumento", "Parata-Falconaia" e "Monte
Perone". Un riordino quantomeno breve (15') e poi via per un
secondo giro che riporterà i concorrenti al parco chiuso di
Marina di Campo poco prima delle 17. Sin dal primo passaggio su
"Monumento" si delineano i valori in campo, con Riolo
che inizia un lento e costante stillicidio staccando sempre di una
manciata di secondi i diretti inseguitori, tra cui manca Salvini
che rompe il cambio: Bianchini e Da Zanche "scortano"
Totò sul podio, poi la lunga sequela di 911 di Plano, Jensen e
gli altri in battaglia tra loro ma decisamente più staccate dalla
vetta, che rimane affare a tre. Come sappiamo tuttavia una gara
storica va letta a Raggruppamenti, per cui fermo restando il 2°,
che è lo specchio dell'assoluta, nel 1° le arrembanti e agili
Lotus e Alpine rispettivamente di Polli e Capsoni tengono testa
alle più potenti Porsche, mentre nel 3° è un monologo della
casa di Stoccarda, con Stefanacci che tiene a bada Domenicali,
Brazzoli e Rossi. Classifica nella classifica in quanto trenta
equipaggi sono iscritti all'Europeo, e fanno classifica a se
stante per i punti in palio per il titolo FIA.
Da segnalare, in
questa prima tappa i ritiri "eccellenti" di Bentivoglì,
la cui esausta Alfetta GTV ha esalato qui l'ultimo respiro e di
Harrach tante volte protagonisti su queste strade. La notte
riporta le nubi sull'isola, e scrosci di pioggia che al mattino
insistono ancora su qualche Prova riaprono le sfide su un fondo
più consono ai nordici che non ai piloti di casa.
Tre classiche
da ripetersi due volte attendono gli equipaggi rimasti in gara:
"Volterraio", "Parata-Faiconaia" e "Monte
Perone" nell'ordine, prima dell'arrivo definitivo sul
lungomare di Marina di campo. Sulla prima prova del mattino non ci
sono grosse sorprese, se non quella di un tempone di Ciro
Bertolini, che porta la Escort di Gr.1 al quarto posto assoluto.
Le classifiche sono molto ben delineate nei tre Raggruppamenti,
quindi eventuali cambiamenti avverranno solo per qualche colpo di
scena. Il primo a farne le spese è Domenicali, che prima perde un
minuto poi si ritira dopo due prove. Riolo gioca al gatto col topo,
tenendo a bada i diretti inseguitori. Tutti sono alle prese con scelte
di gomme che, non sempre soddisfano i piloti
e i cronometri. Lotta serrata per
la seconda piazza del 3° raggruppamento, che in ottica
Europeo vale tantissimo: Rossi
e Brazzoli, fresco vincitore
dell'Alpi Orientali, sono praticamente appaiati.
Si arriva dunque nuovamente e per l'ultima volta sul lungomare
di Marina di Campo, e sono gli alfieri della Porsche 911 col numero
perfetto sulle fiancate a stappare lo champagne: Riolo - Canova si
aggiudicano gara e di conseguenza il 2° Raggruppamento, di cui
fanno parte anche i secondi e terzi assoluti: Bianchini-Baldaccini
e Da Zanche-Ughetti. Stefanacci (quarto) vince il 3°
Raggruppamento, almeno fino alle verifiche, dove verrà
squalificato per irregolarità sulla carreggiata, quindi
festeggiano Brazzoli-Valmassoi e Rossi-Beltrame ancora in lotta
per il predominio continentale. Il 1° raggruppamento è vinto
ancora una volta da Capsoni (Alpine Al10), che malgrado i
problemi al propulsore, ha nettamente la meglio su Parisi -
D'Angelo e Polli-Pellizzer.
Con le premiazioni alla presenza di
quasi tutti i partecipanti si è chiusa l'edizione più lunga e
impegnativa dai tempi del primo Elba Graffiti, vent'anni orsono.
Forse troppo lunga e troppo impegnativa, per i mezzi, i non
sempre giovanissimi piloti e navigatori e perché, a nostro
avviso, una competizione riservata ai gentlemen drivers dovrebbe
concedere qualche attimo di relax, oltre che di impegno, guida e
stress.
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